International Conference - University of Salerno 18-19 November 2024
For over a decade, the Chair of Sociology Institutions at the University of Salerno has been dedicated to raising awareness among young women and men about the issue of gender violence. We have analysed its various forms, whether they are symbolic or systemic, overt or subtle, ultimately culminating in femicide. This year, as part of our ongoing exploration of violence against women and young girls, we aim to delve into its repercussions on their health and overall well-being.
Violence, recognized as a determinant of health, has been aptly described as a silent epidemic affecting women not only in Europe but globally. According to European Union statistics, one in three women aged fifteen and older has experienced physical or sexual violence, including instances of rape, murder, and brutality. These tragic occurrences, reported across Europe and beyond, have intensified discussions on strategies for preventing and combatting these crimes. Additionally, there is a growing recognition that violence against women not only exacts a heavy toll on mortality but also inflicts substantial physical and emotional suffering on entire communities.
The 2021 report from the World Health Organization (WHO) underscored that violence against women constitutes “a health problem of enormous global dimensions,” further exacerbated by climate change. Furthermore, as early as 2005, the WHO had highlighted the emergence of this genuine social pathology, which carries severe consequences for women’s health and well-being in both the short and long term, as well as for the well-being of their children in the years to come.
The resistance to modernization processes, stemming from patriarchal traditions, has led to the persistent rejection of gender equality. This, in turn, underscores the limitations of the equality process, which objectively seeks to reestablish the primacy of male roles. Gender equality is not only a fundamental human right but also an essential condition for an all-inclusive democracy to which everyone can and should belong.
By safeguarding the rights of women and girls and enhancing their empowerment through equitable access to education, healthcare, decent employment, and effective representation in decision-making processes, we can foster sustainable economies, which will benefit societies and humanity. All stakeholders involved in this critical situation must commit to innovative approaches to education and training, not limited to schools but encompassing society at large. This entails the development of informative policies aimed at challenging the uncritical objectification of the female body, which has unfortunately been prevalent since childhood.
As members of Civil Society contributing to our respective professions and professionalism, we are increasingly cognizant that women require not only health but also protection and justice. This is essential for us to chart a course that addresses a problem often misconstrued due to bureaucratic obstacles and a lack of accountability.
Conceiving society as an advocate for victims of violence at all organizational levels, one that ensures the timely and effective prosecution of perpetrators, empowers survivors and lends support to all those committed to assisting them. This, in turn, progressively discourages those who believed they could act with impunity.
This meeting aspires to provide an additional platform for discussing the issue of violence against women and young girls, with a particular focus on its implications for health, employment, education, training, and life trajectories, all from the standpoint of equality. Our comprehensive examination of the delays in combatting violence and its multifaceted effects suggests the adoption of multidisciplinary analytical and linguistic frameworks. These frameworks can foster concepts related to the prevention and combatting of violence, along with the development of practices and models that promote the well-being and health of women.
Come ormai da più di un decennio, la cattedra di Istituzioni di Sociologia, sollecita nuovamente l’attenzione delle giovani e dei giovani sui temi delle diverse forme di violenza di genere da quelle simboliche a quelle sistemiche, da quelle invisibili, raffinate fino al femminicidio. Quest’anno al centro della discussione sarà, all’interno della riflessione sulla violenza contro le donne e le bambine, il venire meno della loro salute, di ogni loro benessere.
La violenza, determinante sociale di salute, è stata definita l’epidemia silenziosa che colpisce le donne di tutta Europa. Secondo le statistiche dell’Unione europea, una donna su tre, dai quindici anni in su, ha subito violenze fisiche o sessuali, tra stupri, omicidi ed efferatezze di ogni tipo. Questi tragici eventi, presenti in tutto il continente europeo, e non solo, hanno alimentato il dibattito su come prevenire e contrastare ogni manifestazione di questo tipo di crimini. Anche perché cresce la consapevolezza che la violenza sulle donne ha gravi ripercussioni non solo in termini di mortalità ma anche di considerevoli sofferenze, fisiche ed emotive.
Il rapporto dell’OMS (2021) evidenzia che la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, e ad aggravarne la situazione ci sono anche i cambiamenti ambientali, ma già dal 2005 aveva evidenziato come il manifestarsi questa vera e propria patologia sociale avesse ricadute importanti sulla salute e il benessere delle donne a breve e lungo termine e sulla loro prole negli anni a venire.
Il riaffiorare di una tradizione patriarcale, emblematica di una tradizione che si ostina a non riconoscere i processi di modernizzazione sempre più espliciti all’interno delle identità femminili, evidenzia i limiti di un processo di un’uguaglianza che tende a riproporre, oggettivamente, un primato dei ruoli maschili. La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per una democrazia integrale nella quale tutti si possano e debbano riconoscere.
Garantire alle donne e alle ragazze i diritti acquisiti, espandendone il riconoscimento, tra parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, e rappresentanza effettiva nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui beneficeranno le società e l’umanità intera. Il terreno della formazione, attivo non soltanto nelle scuole, articolato in misure esplicative presenti nella società e in grado di limitare l’esaltazione acritica, dall’infanzia in avanti, di un corpo femminile sempre più sessuato e sempre meno riflessivo, diviene luogo di impegno e innovazione per tutti gli attori di questa drammatica realtà.
Come parte della Società Civile della quale sono espressione le nostre professionalità e professioni siamo sempre più consapevoli che queste donne manifestano non solo bisogni sanitari ma anche di tutela e giustizia, tutti parte di un percorso unitario che affronti e dia risposta a un problema sempre più emergente, travisato in molte occasioni da lentezze burocratiche ed equivoci sulle responsabilità.
La percezione di una società che si schieri senza equivoci a tutti i livelli organizzativi a tutela delle vittime di violenza e offra certezza di una persecuzione tempestiva ed efficace è fonte di forza per chi subisce violenza e per tutti gli attori impegnati nel sostegno di chi la violenza ha subito e anche terreno di progressiva deterrenza per chi continua a sperare nell’impunità dei propri delitti.
Questo convegno vuole essere una occasione di confronto sui temi della violenza contro le donne e le bambine considerando in un’ottica di parità le conseguenze di questa su salute, lavoro, istruzione, formazione, percorso di vita. L’approfondimento di spiegazioni relative ai ritardi nel contrasto alla violenza e ai suoi molteplici effetti suggerisce l’adozione di categorie di analisi e linguaggio interdisciplinari in grado di riaffermare conoscenze per la prevenzione e il contrasto alla violenza insieme allo sviluppo di pratiche e modelli di promozione per il benessere e la salute delle donne.
email: llandolfi@unisa.it
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