International Conference - University of Salerno 18-19 November 2024
Recent years have been marked by an increase in violence in everyday life in its various forms, particularly against the “weaker” subjects, first of all women, then minors, the disabled, the migrants, the old people and others, and by important positions and initiatives taken by Institutions, Health Services and civil society, which have highlighted, within a more general problem, how violence against women often has direct fatal consequences for them, but also causes considerable physical and emotional suffering in various situations, often affecting their children and their families.
There is a growing awareness of the fact that these women who have suffered violence often come to the emergency services not only manifesting health needs, but also protection needs and the need to find a way out of these forms of “harmful” relationships. These are needs that are often the expression of a real emergency and whose solution requires the collaboration and integration of different professional skills, in order to avoid any underestimation of the problem. Precisely because of its frequent recurrence, it was felt necessary to pause and reflect on this reality in order to deepen our knowledge and research, to compare and debate, also in the light of new operational methods that are possible, timely and effective.
This massive wave of violence, articulated in a daily bulletin of feminicides, aggressions and censorship of any autonomy, the return or renewal of patriarchal, family and institutional cultures, often based on a profound ignorance of natural processes (this is what often exalts stereotypes or, even, is the premise of a multiplier of diseases and infections), has had as its component the re-emergence of contradictory positions aimed at reducing many manifestations of violence to a subordinate position. This is often based on a profound ignorance of natural processes (which often exacerbates stereotypes or even presupposes a multiplication of diseases and infections), has had as its component the re-emergence of contradictory positions aimed at downgrading many manifestations of violence to a subordinate or accessory position, often tending to turn the victim into a direct or indirect agent.
This year, for the reasons briefly outlined above, we believe it would be useful to deepen and broaden our long-term reflection on violence against women, and to identify it as part of the discussion:
– Maltreatment of different kinds, forms and duration in private and public spaces, in the family, at work, in sport, leisure and other places of everyday life;
– Power inequalities as a form of relationship between sexes and genders; the resulting silent violence in institutions and places of work and relationships;
– Homophobic violence and the stigmatisation of anything that deviates from heterosexual norms and traditional roles of women and men (the condemnation of the sexual and relational freedom of women and all individuals, from lesbianism to homosexuality).
Our initiative is aware that any reference to tradition can be a means of reproducing and reinforcing gender roles, models and relationships based on stereotypical references and in opposition to all the differences within the new generations. As in every phase of crisis of traditional roles and identities, this one also generates anxiety, frustration and disorientation in many social areas, shifting the understanding of the new in the search for answers in violent and aggressive behaviours or in rules that re-propose liquidating sanctions for situations and social phenomena that can no longer be postponed.
The aim of the conference is to promote an interdisciplinary debate on the subject, asking what could be the most appropriate socio-cultural transformations for action and prevention, in order to counteract violent actions, to invest in and implement a culture of awareness between generations and genders, and to present the results of the research and research actions that will be presented by the speakers, in the awareness that the current forms of diffusion of violence require, first of all, a critical evaluation of what has been achieved and implemented so far, and the identification of timely measures, rooted in the territory, even in places that have so far been left out of the reflection, for further prevention and containment.
Gli anni recenti sono stati segnati da un incremento della violenza nella vita quotidiana in varie forme esercitata in particolare nei confronti dei soggetti più “deboli”, anzitutto donne, poi minori, disabili, migranti, anziani…e da importanti prese di posizione e iniziative delle Istituzioni, dei Servizi Sanitari, della società civile che, all’interno di un problema più generale hanno evidenziato come la violenza sulle donne abbia in molti casi effetti direttamente mortali sulle stesse ma anche in situazioni differenti considerevoli sofferenze, fisiche ed emotive, che si ripercuotono spesso anche sui loro figli e sulle loro famiglie.
C’è sempre maggiore consapevolezza del fatto che frequentemente queste donne che hanno subito violenza accedono ai Pronto Soccorso manifestando non solo bisogni sanitari, ma anche bisogni di protezione e la necessità di intraprendere un percorso di uscita da queste forme di vita relazionale “nocive”. Si tratta di bisogni espressione spesso di vera emergenza e che per la loro soluzione richiedono la collaborazione e l’integrazione di professionalità diverse, contrastando ogni sottovalutazione del problema. Proprio per il suo frequente riprodursi si è sentito il bisogno di fermarsi a riflettere su questa realtà per approfondire le nostre conoscenze e ricerche, confrontarle e dibatterle, anche in considerazione di nuove modalità operative, possibili, tempestive, ed efficaci.
Questa onda massiva di violenza, articolata in un bollettino quotidiano di femminicidi, aggressioni e censura di ogni autonomia, ritorni o rinnovi di culture patriarcali, familiari e istituzionali, basata spesso su una profonda ignoranza dei processi naturali (è questo che spesso esalta gli stereotipi, o, addirittura, è premessa di moltiplicatore di malattie e infezioni) ha avuto come sua componente il riemergere di posizioni contraddittorie tese a derubricare molte manifestazioni di violenza in posizione subalterna o accessoria, tendendo a trasformare spesso la vittima in responsabile diretta o indiretta.
Anche per i motivi brevemente indicati quest’anno riteniamo utile approfondire ulteriormente la nostra riflessione di lungo periodo sulla violenza contro le donne, individuando come parte della discussione:
– i maltrattamenti, di vari tipi, forme e durata, realizzati negli spazi privati e in quelli pubblici, familiari, lavorativi, sportivi, del tempo libero e in altri luoghi della vita quotidiana;
– le disparità di poteri come forma relazionale tra i sessi e i generi; la conseguente violenza tacita all’interno delle situazioni e dei luoghi di lavoro e relazione;
– la violenza omofoba e la stigmatizzazione di quanto difforme da norme eterosessuali e dai ruoli tradizionali di donne e uomini (la condanna della libertà sessuale e relazionale delle donne e di tutti gli individui, dal lesbismo, alla bisessualità, e alla poliamorosità).
È consapevolezza della nostra iniziativa che ogni richiamo alla tradizione può essere mezzo per riprodurre e rafforzare ruoli, modelli e relazioni di genere basati su riferimenti stereotipati e in contrasto con tutte le differenze interne alle nuove generazioni. Come ogni fase di crisi dei ruoli e delle identità tradizionali anche questa genera in tante aree sociali ansia, frustrazione e disorientamento, spostando la comprensione del nuovo nella ricerca di risposte in comportamenti violenti e aggressivi o in norme riproponenti sanzioni liquidatorie di situazioni e fenomeni sociali non più rinviabili.
Il convegno vuole promuovere un dibattito interdisciplinare sul tema, interrogandosi su quali possano essere le trasformazioni socio-culturali più adeguate per una prevenzione al contrasto di azioni violente, investendo e implementando la cultura della sensibilizzazione tra le generazioni e i generi, mostrando risultati di ricerche e ricerche azioni che saranno presentate dai relatori/relatrici. Alla base di questo la consapevolezza che le forme attuali di diffusione della violenza richiedono prima di tutto un bilancio critico di quanto realizzato e attuato e l’individuazione di misure tempestive, radicate nel territorio, anche in luoghi sino ad ora tenuti fuori dalla riflessione, per ulteriore prevenzione e contenimento.
email: llandolfi@unisa.it
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