International Conference - University of Salerno 18-19 November 2024

Approximately one century after the early conquests in women’s rights and after gaining the right to an education, to vote and access the liberal professions (1919) and subsequently overcoming role differentiation based on the biological difference between sexes, there is the need once again for a widespread critical reflection on the subordination of women in the family and in society.

An emancipated and civil society must be guided by equal rights that protect differences and heterogeneity, autonomy of language and times, without standardizing them and must guarantee this as a basis for all transformations of a social, cultural and therefore also regulatory nature, thus developing all possibilities of reciprocity in a universe that does not hesitate to use concrete and symbolic forms of violence to ‘speak’ only in the masculine publicly and privately, thus cancelling out and silencing all other voices and identities.

In short, this would be a reconfirmation of the fifth objective of the 2030 UN Agenda aimed at reaching gender equality through action that must be widespread and can be summarized as the fight against violence on women, the possibility for women to achieve top positions at work and in politics, and the adoption of a gender perspective in all regulatory provisions. It is an objective of complex social and cultural acquisition that requires adequate and historically comprehensive implementation strategies.

On this briefly described basis, the conference intends to ask questions and try to offer answers as to the true consolidation of these rights, the guarantee of their efficacy and the still insufficient results in terms of empowerment and government despite the paradoxically constant increase in the female presence in competencies, training, and work circles. This is a women’s world question that should maybe be put to the women’s world.

Is there not an enormous memory and intergenerational problem that has not been met? Is there not a misunderstanding as to the nature and the effects of conciliation and its relationship with modernisation? Is there not all too often the illusory feeling that the conquest of individual rights per se coincides with a generalisation of social renewal? Or, for fear of the stigma attached by every status quo to every transformation process, do we not all too often end up accepting our condition thus sacrificing emotions and innovation, our awareness, and individual liberties?

This conference will be an opportunity for national and international scientists, men and women, to discuss subjects relating to politics, work and conciliation, education, training, living times and spaces from the point of view of equality and to seek an explanation for the delays in this field. It intends to reopen the debate above all but not only on these themes in a language that can maybe be generated more easily in a scientific realm than elsewhere, all in the name of gender equality and to combat every monosexual tradition and persistence.

A circa un secolo dalle prime conquiste nella tutela dei diritti delle donne e dal conseguimento del diritto all’istruzione, al voto e all’accesso alle libere professioni (1919) e dal seguente superamento della differenziazione dei ruoli legata alla differenza biologica tra i sessi, si ripropone la necessità di una critica diffusa alla subordinazione delle donne nelle famiglie e nella società.

Una società emancipata e civile deve essere improntata a una uguaglianza di diritti che esalti e tuteli  le differenze e le eterogeneità, le autonomie del linguaggio e dei tempi, senza omologarle, garantendo questo come base per ogni trasformazione di natura sociale e culturale, dunque anche normativa, sviluppando ogni spazio di reciprocità in un universo che sul piano pubblico e privato non esita a utilizzare violenze concrete e simboliche per ‘parlare’ solo maschile, annullando e tacitando voci e identità altre.

Sul piano generale si ripropone la riconferma del quinto obiettivo dell’Agenda 2030 ONU tesa al raggiungimento della parità di genere tramite azioni generalizzate e sintetizzate nella lotta alla violenza sulle donne, nella possibilità per le donne di raggiungere posizioni apicali nel mondo lavorativo e nella politica, e nell’adozione della prospettiva di genere in tutti i provvedimenti normativi. È un obiettivo di complessa acquisizione sociale e culturale che richiede strategie implementative adeguate e storicamente articolate.
Su queste basi, sommariamente enunciate, il convegno intende riproporsi domande e provare a dare risposte sul reale radicamento dei diritti, sulla garanzia della loro efficacia e sui risultati di potere e governo ancora insufficienti nonostante l’aumento, contraddittoriamente costante, della presenza femminile nei luoghi delle competenze, della formazione e del lavoro. È un quesito del mondo femminile che forse va posto anche allo stesso mondo femminile.

Nella insufficienza relazionale di potere che viviamo c’è forse anche un enorme problema di memoria e di rapporto tra le generazioni al quale non si è saputo rispondere? C’è forse un fraintendimento sui caratteri e sugli effetti della conciliazione e del suo rapporto con la modernizzazione?  C’è forse troppo spesso la sensazione illusoria che la conquista di diritti individuali possa, in quanto tale, corrispondere a una generalizzazione del rinnovamento sociale? O troppo spesso, per timore degli stigma lanciati da ogni status quo a ogni processo di trasformazione, si finisce per accettare la propria condizione sacrificando emozioni e innovazione, consapevolezze e libertà individuali?

Il convegno, mettendo a confronto scienziate e scienziati, nazionali e internazionali, sui temi inerenti politica, lavoro e conciliazione, istruzione, formazione, tempi e spazi dell’abitare in un’ottica di parità e di spiegazione dei ritardi in questa direzione, intende riproporre una discussione anzitutto e non solo sui temi appena delineati, in un linguaggio che le scienze, forse più di altri  ‘luoghi’, possono rilanciare nel nome della parità di genere e del contrasto a ogni tradizione e persistenza monosessuale

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